4 Febbraio 2018
Furto in casa: i consigli della psicologa per superare il trauma
Subire un furto in casa è per tutti un’esperienza scioccante che crea effetti psicologici più o meno gravi, a seconda della gravità del fatto e dell’esperienza vissuta.
“L’impatto psicologico di eventi di questo tipo c’è sempre – ci spiega in un’intervista la psicologa Nicole Adami del Centro Moses -. Quello che fa la differenza, però, è l’entità dei danni: se, ad esempio, si torna a casa e, oltre ad accorgersi che sono stati portati via degli oggetti, la si trova anche devastata e danneggiata, lo shock sarà senza dubbio molto forte. A maggior ragione, l’impatto psicologico è dirompente quando si subisce un furto mentre si è in casa, sia che quando si è coscienti che, quando si viene sedati dai ladri: al risveglio lo sconcerto è devastante”.
Le emozioni dopo un furto
Ma quali sono le reazioni più diffuse fra chi subisce un furto in casa? “La prima emozione in tutti è lo shock e l’incredulità – spiega Adami -. La mente fatica a ri-organizzare l’evento traumatico”.
L’incapacità di elaborare quello che è successo in caso di furti, però è solitamente breve. “In una seconda fase subentra, infatti, la tristezza – continua Adami -. spesso vengono rubati oggetti di valore o con un valore sentimentale insostituibile, la tristezza fa emergere il senso di perdita”.
Con la tristezza emerge però spesso anche la rabbia collegata al fatto di avere subito un’ingiustizia, di non avere noi stessi adottato sistemi di sicurezza (porte blindate, inferriate, sistemi di allarme, ecc…) o che nessuno sia intervenuto in nostro aiuto (ad esempio i vicini di casa).
E poi arriva la paura. “La casa è percepita come ‘spazio sacro’, in cui ci sentiamo al sicuro, e quindi ci si sente violati – prosegue la psicologa -. Ma per chi è in casa durante il furto il senso di angoscia e paura è ancora più forte: chi ha vissuto il momento in modo cosciente rivede tutto davanti ai suoi occhi, mentre chi è stato narcotizzato dai ladri è invaso dall’angoscia di sapere cosa hanno fatto mentre dormiva”.
Questi sono i sentimenti che normalmente, nella maggioranza dei casi, si presentano nelle vittime e che, con il tempo, tendono a passare. Solo in una percentuale ridotta (9-10% dei casi) si può parlare di disturbo post-traumatico da stress, per il quale è utile un sostegno psicologico. “Si tratta di un disturbo con caratteristiche particolari che perdurano nel tempo – spiega Adami -. I sintomi più frequenti – che di solito si manifestano nei primi tre mesi dopo l’accaduto – sono: incubi notturni e flashback continui dell’evento, evitare le situazioni e i luoghi che lo ricordano, un senso di colpevolezza esagerata, oltre a sintomi fisici, come insonnia, scoppi di rabbia, eccessiva agitazione, tachicardia e diminuzione della concentrazione. Se durano per più di due mesi è necessario iniziare un percorso psicologico”.
Cosa fare per reagire
Per superare emotivamente il trauma è necessario mettere in pratica alcune misure.
– Denunciare il furto alle autorità. “Molte persone non lo fanno, convinte che i colpevoli non verranno presi – commenta Adami -. È invece importante farlo, non solo perché ci si dà una possibilità in più di fare arrestare i ladri, ma anche perché il racconto che si fa a un’autorità aiuta a elaborare psicologicamente il trauma”.
– Sistemare la casa e pulirla. Rimettere a posto la casa come era prima del furto è importante perché toglie dalla vista elementi che possono ricordarlo e aiuta così a elaborare il trauma.
– Sfruttare l’occasione per sistemare la casa e apportare migliorie. “Si può approfittarne per migliorare la propria casa, trasformandosi così da vittime passive a soggetti attivi che si adoperano per trasformare l’accaduto in positivo”.
– Parlarne. Non chiudersi in se stessi, ma confrontarsi con amici, parenti e i vicini di casa, con cui trovare strategie comuni e creare una rete di aiuto reciproco (ad esempio mettere una videosorveglianza condominiale, scambiarsi i numeri di telefono soprattutto in periodi sensibili).
– Tornare alla propria routine. È importante tornare a svolgere nel più breve tempo possibile la propria vita normalmente, senza evitare di fare certe cose per paura di essere colpiti di nuovo.
– Assistere in particolar modo i soggetti deboli, bambini e anziani.
“Nel periodo successivo all’evento è importante essere più presenti con i bambini, farli parlare ed esprimere le proprie emozioni, aiutandoli così a rielaborare il trauma – spiega l’esperta -. Mentre per gli anziani è ancora più importante creare una rete di supporto (vicini, amici, parenti, ecc…), mettere in sicurezza la loro casa e dotarli di sistemi con cui possono chiamare aiuto nei momenti di emergenza”.
– Last but not least, mettersi in sicurezza. Per superare la paura è fondamentale adottare delle misure efficaci per sentirsi meno vulnerabili. “I furti purtroppo sono abbastanza frequenti, e non è raro esserne vittima – spiega Adami -. Se però ci si attiva concretamente non solo si riducono le probabilità di esserne colpiti, ma psicologicamente ci si sente meno impotenti e più consapevoli di avere fatto il possibile”. Ciò aiuta a diminuire l’ansia e l’angoscia, nonché il rischio di auto colpevolizzarsi per non essere corsi ai ripari in tempo.
Adottare un sistema di sicurezza che garantisca anche la sicurezza della propria famiglia e persona diventa una priorità per chiunque voglia sentirsi sempre sicuro, in ogni momento e in ogni luogo.
Virideo, finalmente liberi di sentirsi sicuri.